Orwell George, La fattoria degli animali

Book Cover: Orwell George, La fattoria degli animali

La stesura del romanzo si conclude alla fine del 1943 ma l’idea centrale risale al 1937 quando l’autore ancora era in Spagna come volontario nella guerra civile spagnola tra le fila del Partido Obrero de Unificación Marxista per la liberazione della Spagna dal regime di Franco. È durante questo periodo appunto che viene partorita tale opera e si consolida la sua ostilità nei confronti di Stalin e il suo regime. La pubblicazione avverrà solo alla fine del secondo conflitto mondiale a causa dei suoi contenuti irriverenti, seppur sotto forma di allegoria, nei confronti del totalitarismo staliniano; incontrando inizialmente parecchie difficoltà a trovare un editore che lo pubblicasse.

QUATTRO GAMBE BUONO, DUE GAMBE CATTIVO

Come per il suo capolavoro, 1984, anche La fattoria degli animali può essere considerato un romanzo distopico; infatti gli animali della “Fattoria Padronale” passano da un regime perpetrato dagli umani ad uno portato avanti dai loro simili, i maiali, che fin dai primi momenti dopo la rivolta contro Mr. Jones, il padrone della fattoria, s’impadroniscono del potere e nell’arco di un breve lasso di tempo instaurano un “regime” ancora peggiore del precedente; tant’è vero che, mentre prima non tutti gli animali erano assoggettati a lavori di fatica, quali ad esempio le galline e le pecore ma erano sfruttati solo per ciò che producevano (rispettivamente uova e latte) adesso, con l’avvento della “nuova fattoria padronale” e l’emancipazione dagl’umani, tutti quanti dovevano partecipare, in base alla capacità di ciascuno, alle attività necessarie al mantenimento e al miglioramento delle condizioni all’interno della fattoria. Risulta quindi chiaro che le condizioni, dopo la rivolta, invece di migliorare peggiornao in quanto adesso, oltre al semplice sfruttamento, già presente anche nel sistema precedente,  si affianca anche la fatica del lavoro. Questo vale per tutti tranne che per i maiali i quali, essendo gli unici in grado di leggere e scrivere si ergono, nella figura del maiale Napoleone, a leaders della fattoria affermando che era loro dovere sobbarcarsi tale onere visto che le altre bestie non sarebbero state capaci di autogestirsi autonomamente. Da questo momento in poi il regime dei maiali diventa sempre più crudele e spietato. Le razioni alimentari per i componenti della fattoria sono sempre più ridotte a favore di quelle dei maiali e del commercio che questi intrattenevano con l’esterno tant’è vero che gli animali più longevi si chiedono se effettivamente la situazione era megliore o peggiore rispetto quando Mr. Jones era il padrone; le ore di lavoro aumentano esponenzialmente anche a causa di esigenze e richieste sempre nuove;  vengono eseguite esecuzioni sommarie nei confronti di coloro che autodenunciano tradimenti inesistenti se non nelle loro semplici menti suggestionate dai più astuti maiali;  anche i comandamenti alla base della rivolta:

TUTTO CIÒ CHE VA SU DUE GAMBE È CATTIVO
TUTTO CIÒ CHE VA SU QUATTRO GAMBE O HA LE ALI È AMICO
NESSUN ANIMALI VESTIRÀ ABITI
NESSUN ANIMALE DORMIRÀ IN UN LETTO
NESSUN ANIMALE BERRÀ ALCOLICI
NUSSUN ANIMALE UCCIDERÀ UN ALTRO ANIMALE
TUTTI GLI ANIMALI SONO UGUALI

vengono pian piano modificati fino ad essere completamente stravolti ad uso e consumo dei maiali fino ad riassumersi semplicemente in:

TUTTI GLI ANIMALI SONO UGUALI, MA ALCUNI SONO PIÚ UGUALI DEGLI ALTRI

Al di là dei chiari riferimenti allegorici utilizzati comunemente come chiave di lettura del lavoro di Orwell al regime stalinista, è sorprendete constatare quanto questa evoluzione step by step portata avanti dai maiali finalizzata alla modifica sistematica dei principi fondatori della fattoria a loro favore, sia simile, per certi versi, a quella sorta di “rivoluzione a rallentatore” avvenuta in Italia nell’ultimo ventennio. Si pensi infatti a tutti gli interventi legislativi e non che hanno modificato il nostro concetto di libertà di espressione di pensiero sia a livello giornalistico che televisivo adducendo come ragione d’intervento proprio la salvaguardia della nostra libertà! Pensate a Piffero (la voce del padrone!) colui che di notte viene sorpreso dagli altri animali a modificare i comandamenti della rivolta per compiacere a consolidare il potere dei maiali, non somiglia un po’ a molti figuri del nostro panorama socio-politico-televisivo che pur di cavalcare la cresta dell’onda e sbaragliare concorrenti probabilmente più capaci, difendono l’indifendibile superando talvolta di gran lunga la decenza degna della categoria che rappresentano (che possano essi essere parlamentari, giornalisti o conduttori televisivi)?

QUATTRO GAMBE BUONO, DUE GAMBE MEGLIO!

Sicuramente la scena più toccante dell’intera storiella, dove la drammaticità della vita nella fattoria arriva all’apice, è la morte di Boxer che dopo tanto adoperarsi a favore della causa collettiva nella speranza di una serena “pensione” nell’ormai smantellato recinto per glia animali anziani, vedrà le sue ossa diventare colla e le sue carni mangimi per altri animali.

Recensione di Antonio Prugnoli

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