Keynes J. M., Le mie prime convinzioni

Book Cover: Keynes J. M., Le mie prime convinzioni

Le mie prime convinzioni è la raccolta di due saggi scritti dall'economista inglese John Maynard Keynes nella prima metà del secolo scorso.

Queste due opere, precedute dall'introduzione di Giorgio La Malfa che le inquadra nel loro contesto storico, filosofico ed economico, sono da considerarsi particolarmente interessanti in quanto indirizzate originariamente alla diffusione verso persone appartenenti alla cerchia di amicizie dello stesso Keynes e quindi vi possiamo riscontrare uno stile non mediato e privo dell'accademicità che caratterizzerebbe un'opera destinata alla divulgazione pubblica.

Nel primo dei due saggi, intitolato "Melchior: un nemico sconfitto", troviamo il racconto dei retroscena durante la Conferenza di pace seguita alla Prima Guerra Mondiale, con la cecità da parte degli alleati nei confronti della Germania sconfitta, sottoposta a imposizioni economiche durissime. Qui troviamo conferma di quanto Keynes avesse intuito che l'atteggiamento dei vincitori avrebbe innescato una crisi irreversibile nello Stato tedesco, aprendo la strada come noto all'avvento del nazismo. Un'intuizione che del resto Keynes ebbe modo di esplicitare nel suo famoso saggio "Le conseguenze economiche della pace". Allo stesso tempo Keynes non nasconde la stima nei confronti di uno dei membri della delegazione tedesca, il banchiere ebreo Melchior, per il quale non lesina parole di apprezzamento e quasi di affetto.

Molto interessante anche il secondo saggio, intitolato "Le mie prime convinzioni" (lo stesso titolo dell'intero libro, quindi): qui ritroviamo il fecondo ambiente intellettuale della giovinezza di Keynes, ed in particolare le discussioni che ebbe modo di intraprendere con i suoi amici e sodali dell'Università di Cambridge e del Bloomsbury Group, durante le quali maturò le sue convinzioni circa la sostanziale ragionevolezza che guida l'azione dell'uomo, opponendosi quindi sia all'utilitarismo di Bentham che al marxismo, ritenuto da Keynes non senza ferocia una reductio ad absurdum del benthamismo.

In conclusione, questa raccolta è sicuramente da consigliare a tutti gli appassionati di storia del pensiero economico che vogliano scoprire qualcosa in più sulla personalità e le idee di quello che è considerato unanimemente il più influente economista della prima metà del XX secolo.

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