Carlotto Massimo, Niente più niente al mondo

Book Cover: Carlotto Massimo, Niente più niente al mondo

Incuriosita dai titoli evocativi di alcuni libri di Massimo Carlotto ho deciso di leggerne uno. La biografia dello scrittore era, del resto, garanzia di originalità.

Ed infatti mi sono trovata a leggere un "grande" libro: piccolo di dimensione, fisicamente molto leggero, in nettissimo contrasto con la corposità del contenuto.

La forma colloquiale e l'uso della prima persona della protagonista, rende il lettore partecipe e molto coinvolto negli avvenimenti, guidato pian piano nella conoscenza di follie ed esasperazioni di una donna che è di fatto il sunto e lo specchio dell'Italia più povera e ignorante, impregnata di razzismo e banalità, priva di principi ed abbandonata a se stessa.

Una vita-discount, dove tutto è rigorosamente sottocosto, spesa nell'intento di barcamenarsi alla bell'e meglio, tra la rassegnazione e i rimpianti per la propria esistenza e i sogni sul futuro della figlia, per la quale l'unica speranza di salvezza appare la televisione di Maria De Filippi. I deliri di una madre che, dopo aver commesso il crimine peggiore, stordita dal dolore e dall'alcool, narra i presupposti del tragico epilogo.

La frase "Niente, più niente al mondo", fin dalle prima pagine del libro torna spesso come un tormentoso ritornello che si insinua nella mente del lettore e al quale può capitare di leggere parole dure come macigni con in testa le note dolci e le parole soavi della famosissima e romantica canzone, in un'atmosfera di imminente apocalisse.

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